Brindisi. Un tesoro in ogni strada. Via Giovanni Tarantini (5)

Il primo tratto della lunga arteria che da piazza Duomo porta a via San Benedetto è intitolato a Giovanni Tarantini, illustre archeologo del XIX secolo, nominato nel 1885 Ispettore degli Scavi e dei Monumenti di Brindisi, nonchè Direttore della Biblioteca Arcivescovile “A. De Leo”.

Per un evidente omaggio a tale degnissima personalità, la strada che per circa due secoli era stata identificata nella tabella viaria col nome di “Scuole Pie” per la presenza della chiesa di S. Michele Arc. (a) e dell’annesso Collegio degli Scolopi – ‘Scuole Pie’ (b) divenne Via Giovanni Tarantini.

Proprio in questa via, durante alcuni scavi, nel 1932, furono ritrovate due statue in marmo: una di Figura Femminile (c) e un Torso Loricato (d).

Solo a pochi metri di distanza, nei pressi di Piazza Duomo si incontra l’antico Palazzo Leanza (e), di famiglia molto nota in città per aver dato i natali ad alcuni Sindaci ma, anche e soprattutto, per le “Memorie” di Giovanni Leanza che, con i suoi disegni, ci mostrò e fece conoscere, tutti gli stemmi delle principali famiglie brindisine tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento.

Secondo lo storico N. Vacca non è da escludere che questo Palazzo Leanza facesse parte di un unico corpo con l’attigua Loggia Balsamo (f) di cui è coevo e, a cui si richiama per gli archi a ogiva nel piano terra, che anche  considera quale probabile sede della seconda zecca angioina.

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Conosciamo meglio i nostri monumenti:

(a) – La chiesa di San Michele Arcangelo, caratterizzata dalla cupola a mattonelle policrome che la sovrasta, sorge nel centro storico di Brindisi, a breve distanza dalla Cattedrale.

Nel 1659 l’arcivescovo di Brindisi, Francesco de Estrada (1659-1671), acquistò con denaro proprio sia la chiesa di San Michele Arcangelo sia l’adiacente dormitorio costituito da quattro celle, grancia dei Celestini di Mesagne – che ne erano venuti in possesso nel 1616 quando la casa brindisina venne chiusa, affinché vi si insediassero i Padri Scolopi.

Nel 1664, dunque, per volontà di monsignor de Estrada ed intercessione del principe di Squinzano, Gabriele Enriquez, giunse a Brindisi la missione educativa dei chierici regolari poveri della Madre di Dio delle Scuole Pie, detti comunemente Scolopi”.

Il fine primo era quello di riuscire a colmare, almeno nella cittadina, le lacune dell’educazione pubblica che nel XVII secolo appariva quasi del tutto inesistente.

Al suo interno resta parte dell’apparato decorativo originale con alcune tele di artisti locali del seicento dedicate in particolar modo a San Giuseppe Calasanzio, fondatore dell’ordine della Madre di Dio delle Scuole Pie.

(b) Scuole Pie – L’attiguo cortile conserva i locali dell’ex convento divenuto nei secoli, dormitorio e scuola, ma anche carcere ed oggi sede di alcuni Uffici Comunali e di attività associative. E’ anche sede della Pinacoteca che espone la collezione Armando Scivales, illustre artista brindisino del ‘900 e, infine, anche dell’Accademia degli Erranti, centro per i servizi culutrali.

(c) Figura Femminile – Statua muliebre marmorea acefala, con chitone (tunica) e soprastante himation (mantello), custodita al Museo Archeologico Ribezzo di Brindisi n. 141 inv. (B. Sciarra, Scavi e scoperte nell’area urbana di Brindisi)

(d) Torso Loricato marmoreo acefalo e privo degli arti a 3 m. di distanza dal precedente, custodita al Museo Archeologico Ribezzo di Brindisi n. 136 inv. (ibidem)

Descrizione di B. Sciarra in Archaelogical Museum of Brindisi: ” (..) È più che probabile che lo sbarco di Ottaviano Augusto a Brindisi, quando tornò vittorioso dalla sua campagna in Oriente, abbia indotto la città a dedicare all’Imperatore gli stessi onori che ricevette a Roma, e a dedicargli, oltre all’arco trionfale, le due statue che lo mostrano nei suoi ruoli di Pontifex Maximus e di vincitore della battaglia di Azio. Troviamo lo stesso vivace motivo della Gorgone, sebbene su scala più piccola, insieme alle due Vittorie alate che coronano il trofeo, alla cui base sono legati due prigionieri, in un’altra statua lorica. Questa, molto più ricca di quella già descritta, presenta vari motivi decorativi(..)

 Questa statua potrebbe essere collocata al tempo di Traiano, e nulla ci vieta di supporre che fosse dedicata all’imperatore. Questa ipotesi è avvalorata dalla presenza nel nostro Museo di una grande base marmorea con un’iscrizione dedicata a Traiano da Caio Fulvio Epitincano. Era abbastanza consueto per una persona in cariche imperiali, come Caio Fulvio, guadagnare grandi ricompense e prestigio erigendo una statua e ponendo un’iscrizione in suo onore.”

(e) Palazzo Leanza. Coevo alla Loggia Balsamo (da attribuirsi alla metà del XIV sec. ) cui si richiama per gli archi ad ogiva, è all’angolo tra via Tarantini e via De’ Dominicis.

Come innanzi detto, non è da escludere che questo palazzo facesse parte di unico corpo con l’attigua Loggia Balsamo (o Los Rejes) e, a supporto di questa ipotesi il Vacca cita un documento del 1565, in cui si parla di “una casa presso il Sedile della piazza dell’Arcivescovado”. E si sa, continua, che si usava la denominazione di Sedile non solo per le Università  (sede Comunale) ma anche per gli altri edifici pubblici.

(f) Loggia Balsamo – Alla fine di via Duomo, prima di imboccare l’omonima piazza, s’impone alla vista la Loggia Balsamo. Sostenuta da otto archetti scolpiti con bizzarre figurazioni di mostri e figure umane. Si suppone sia stata la sede della Zecca, istituita da Carlo D’Angiò nella città di Brindisi, o, in altro importante edificio pubblico. Nella muratura sottostante due begli archi ogivali inquadrano le porte architravate.

Abstract: N. Vacca, Brindisi Ignorata; N. Cavalera, I palazzi di Brindisi; B. Sciarra, Guida di Brindisi e Prov.; B. Sciarra, Scavi e scoperte nell’area urbana di Brindisi; B. Sciarra, Archaelogical Museum of Brindisi

Translation in English

Brindisi. A Treasure on Every Street. Via Giovanni Tarantini (5)

The first stretch of the long artery that leads from Duomo Square to San Benedetto Street is dedicated to Giovanni Tarantini, a distinguished archaeologist of the 19th century, appointed in 1885 as Inspector of Excavations and Monuments of Brindisi, as well as Director of the Archdiocesan Library “A. De Leo.”
As a clear tribute to this worthy personality, the road that had been identified on road signs as “Scuole Pie” for about two centuries due to the presence of the church of St. Michael Archangel (a) and the adjacent College of the Piarists – ‘Scuole Pie’ (b) was renamed Via Giovanni Tarantini.
It was on this street, during some excavations in 1932, that two marble statues were discovered: one of a Female Figure (c) and a Loricate Torso (d).
Just a few meters away, near Duomo Square, stands the ancient Leanza Palace (e), a well-known family in the city for having given birth to some Mayors, but above all for the “Memories” of Giovanni Leanza who, through his drawings, showed us and made us familiar with all the coats of arms of the main Brindisi families between the end of the 19th century and the beginning of the 20th century.
According to the historian N. Vacca, it is not excluded that Palazzo Leanza was part of a single structure with the adjoining Loggia Balsamo (f) to which it refers for the ogival arches on the ground floor, and which he also considers a probable location for the second Angevin mint.

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Let’s get to know our monuments better:

(a) – The church of San Michele Archangelo, characterized by the multicolored tiled dome that overlooks it, is located in the historic center of Brindisi, a short distance from the Cathedral.
In 1659, the Archbishop of Brindisi, Francesco de Estrada (1659-1671), personally purchased both the church of San Michele Archangelo and the adjacent dormitory consisting of four cells, previously owned by the Celestine monks of Mesagne – who had acquired them in 1616 when the Brindisi house was closed, to make way for the Piarist Fathers.
In 1664, thanks to the will of Monsignor de Estrada and the intercession of the Prince of Squinzano, Gabriele Enriquez, the educational mission of the poor regular clerics of the Mother of God of the Pious Schools, commonly known as Piarists, arrived in Brindisi.
The primary goal was to fill, at least in the town, the gaps in public education, which in the 17th century appeared to be almost nonexistent.
Inside, part of the original decorative apparatus remains, with some paintings by local artists from the 17th century dedicated in particular to Saint Joseph Calasanz, the founder of the Order of the Pious Schools.
(b) Piarist Schools – The adjacent courtyard houses the premises of the former convent, which over the centuries became a dormitory and school, but also a prison, and now houses some Municipal Offices and community activities. It is also the location of the Pinacoteca, which exhibits the collection of Armando Scivales, a distinguished Brindisi artist of the 20th century, and finally, it is also the home of the Erranti Academy, a center for cultural services.
(c) Female Figure – A headless marble female statue, wearing a chiton (tunic) and an overlying himation (cloak), preserved in the Ribezzo Archaeological Museum of Brindisi, No. 141 inv. (B. Sciarra, Excavations and Discoveries in the Urban Area of Brindisi).
(d) Loricate Torso – A headless marble loricate (armored) torso without limbs, located 3 meters away from the previous one, preserved in the Ribezzo Archaeological Museum of Brindisi, No. 136 inv. (ibid.)
Description by B. Sciarra in the Archaeological Museum of Brindisi: “(…) It  is  more than likely that  Octavius  Augustus landing at Brindisi when he returned victorious from his campaign in the Orient, caused the city to dedicate to the Emperor the same honours that he received in Rome, and to dedicate to him, besides the triumphal arch, the two statues which show him in his roles as Pontifex Maximus and as victor of the battle of Azio. We find the same vivacious  motif  of the Gorgonian, though  on a smaller scale, together with the two winged Victories which crown the trophy, at whose base  are tied two prisoners,  in another loricate statue.  (..) This statue may be placed at the time of Trajan, and nothing forbids us supposing that it was dedicated to the emperor. This hypothesis is given weight by the presence in our Museum of a great marble base with an inscription dedicated to Trajan  by  Caius  Fulvius  Epitincano.  It was quite usual for a person in imperial orders, as was Caius Fulvius, to earn large rewards and prestige by erecting a statue and having an inscription to the emperor  on it. ”
(e) Leanza Palace. Contemporary with the Loggia Balsamo (attributed to the mid-14th century) to which it refers for the ogival arches, it stands at the corner of Via Tarantini and Via De’ Dominicis.
As mentioned earlier, it is not excluded that this palace was part of the same complex as the adjacent Loggia Balsamo (or Los Rejes), and in support of this hypothesis, Vacca cites a document from 1565, which speaks of “a house near the Sedile of the Archbishop’s square”. And as is known, he continues, the term Sedile was used not only for the Universities (Municipal seat) but also for other public buildings.
(f) Loggia Balsamo – At the end of Via Duomo, just before entering the square of the same name, the Loggia Balsamo stands out. Supported by eight arches carved with bizarre depictions of monsters and human figures. It is believed to have been the Mint, established by Charles of Anjou in the city of Brindisi, or another important public building. In the underlying masonry, two beautiful ogival arches frame the linteled doors.”

Abstract: N. Vacca, Brindisi Ignorata; N. Cavalera, I palazzi di Brindisi; B. Sciarra, Guida di Brindisi e Prov.; B. Sciarra, Scavi e scoperte nell’area urbana di Brindisi; B. Sciarra, Archaelogical Museum of Brindisi

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